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IL FLAKE


Uno dei tagli di tabacco da pipa più amati o guardati con un certo sospetto dai fumatori di pipa è il flake, il tabacco pressato in tavolette più o meno spesse.

Questo particolare tipo di fumata nasconde segreti e difficoltà che per alcuni fumatori porteranno alla degustazione perfetta, per altri invece rappresentano conoscenze da acquisire completamente da capo. Moltissimi fumatori infatti, anche di lunga esperienza, rifuggono i prodotti in flake, non li acquistano, preferiscono astenersene, per la difficoltà dell'esatto caricamento nella pipa, e del tiraggio.

Si tratta di separare una tavoletta di tabacco dalle altre, piegarla in quattro e caricarla nella pipa, senza soffocarne il tiraggio. Facile a dirsi... ma la resa ottimale non è così semplice.

Perché allora tentare una fumata con questa tipologia di conservazione del tabacco, se è tanto complicata? Ma perché no? La curiosità è insita nell’animo umano!

Se, come me, aveste (e molti di voi lo avranno fatto) assaporato il profumo di una tin di virginia, col suo sentore di fichi e uvetta, o di un flake al rum, come i “navy flake”, allora la mia e la vostra domanda sarebbero inutili, perché la risposta sarebbe scontata: proviamo!

Molti potrebbero obiettare che il flake è ormai un modo desueto di conservare il tabacco, che ormai non abbiamo più il problema dei marinai inglesi, che trasportavano il tabacco per mare e dovevano fare in modo che esso occupasse il minor spazio possibile, dunque si preoccupavano di miscelarlo con alcolici e melasse varie affinché, essendo poco reperibile e anche piuttosto costoso, esso durasse il più possibile nel tempo della fumata.

Vero, per noi questi problemi di ordine pratico non sussistono più (a parte forse il costo, che potrebbe essere ancora un cruccio sensibile, specie con la crisi economica), ma ne abbiamo altri, che sono in un certo senso anche più importanti: desideriamo, ricerchiamo, vogliamo con ogni forza la massima qualità in quel che fumiamo. Ebbene, è per questo che il flake potrebbe essere il nostro obiettivo finale.

Le proprietà di ampio e migliore spettro aromatico che questo dona alla degustazione, infatti, obbligandoci col suo stesso modo di essere a fumare il più lentamente possibile, offrono sfumature che altrimenti non sapremmo e non saremmo in grado di cogliere: provare per credere, sbriciolate un flake rendendolo miscela sciolta e fumatelo, poi fumate il giorno dopo, nella stessa pipa, la tavoletta intera, ripiegata con cura: vi accorgerete che combustibilità e sapore cambiano, senza ombra di dubbio.

L’unico ostacolo ora rimasto alla nostra fumata, superati quelli del cuore e della mente, è la mera praticità del caricare la pipa.

Non vi nascondo niente, se farete tutto da soli, senza parlare con qualcuno prima, senza chiedere al vostro tabaccaio di fiducia (quelli bravi sono rari purtroppo, quindi teneteveli stretti) o a un amico esperto, la vostra prima pipata, anche col migliore dei flake, il meno umido, potrebbe essere un inferno. Ma questo inferno si può trasformare in purgatorio e poi in paradiso, seguendo delle semplici regole che vi elenco, tenendo conto della mia esperienza pluriennale nel settore e soprattutto come fumatrice di lunga data.

  1. Controllate prima le fette di tabacco: quelle spesse vanno bene per fornelli di pipe larghi, mentre quelle troppo sottili probabilmente andrebbero accoppiate ad altre dello stesso spessore, oppure intuitivamente usate per fornelli più piccoli.

  2. Caricate come preferite: potete piegare la tavoletta in quattro parti, e inserirla con le punte in sotto -il mio metodo-, facendola “catafottere”, come dice qualche fumatore in gergo, oppure metterla al contrario, con le punte in su; potete anche “appallottolarla” su sé stessa.

  3. Siate il più delicati possibile. Fate attenzione a non ostruire il foro del fornello, non pressate mai il flake con prepotenza, ma con studiata leggerezza: provate il tiraggio da spenta, la pipa carica deve tirare quasi come una vuota, ma soprattutto mettete sopra alla carica un po’ di tabacco sbriciolato “come esca” per un'accensione migliore, in modo che quello strato di tabacco bene acceso contribuisca ad accendere bene il corpo unico del flake. La pressatura finale va fatta, ma giusto per pareggiare il fornello, senza ovviamente esagerare. Si ricordi che il tabacco così caricato nel fornello, scaldandosi, si espanderà, perciò ha bisogno di spazio e aria necessari a non spegnersi.

  4. All'inizio, per prenderci la mano, privilegiate flake non troppo umidi, come il Park Lane n° 7, o il leggendario Capstan, ma anche l'ottimo Marlin Flake della Rattray's, o lo Scottish Flake di Robert Mc Connell. Questi hanno una fumabilità quasi da manuale. Più in là proverete le magnifiche miscele della Samuel Gawith, dai virginia vellutati, ma umidi da mettere alla prova anche il più paziente ed ostinato dei fumatori. L'umidità dei tabacchi in flake è fisiologica, come si è già detto, lo spettro aromatico viene preservato dalla presenza di acqua di conservazione delle lattine sottovuoto, ma se caricato male, troppo pressato, a metà fumata ingenera uno zoccolo duro, quasi ignifugo, che costringe a usare il curapipe per smuovere un po' il blocco, con la spiacevole conseguenza di mischiare nella miscela i residui della cenere, che vanno a compromettere la finezza del gusto con i sapori amari della cenere stessa.

  5. Proprio in virtù del fatto che il flake con la combustione si espande nel fornello e necessita di aria, approfittate dell'incipiente bella stagione per regalarvi soddisfacenti fumate all'aperto: un leggero soffio di vento alimenterà la combustione e vi eviterà lo zoccolo duro ignifugo di metà fumata: in queste ideali condizioni vi segnalo un ottimo tabacco che, per esperienza personale, è una vera delizia all'aperto: l'Old London di Robert Mc Connell. Questo tabacco, fumato all'aperto, ha davvero un'altra risonanza rispetto alla fumata al chiuso, sembra proprio diverso!

QUALI TABACCHI PER IL FLAKE?

Normalmente nel mercato dei tabacchi importati in Italia è il virginia quello di elezione conservato in flake. Abbiamo comunque la possibilità di sperimentare in flake diverse varietà di miscele di virginia, più o meno corpose, più o meno dolci, anche in unione con tabacchi kentucky, burley, orientali, perique (ormai sempre più raro e costoso), latakia, black cavendish. Ed esistono anche diversi flake lavorati con i rum, il whisky, il cacao (la fava di tonka, ossia il guscio del cacao), l'erba limoncella, e addirittura gli aromi di frutta: davvero ce n'è per tutti i gusti!

QUALE SHAPE PER IL FLAKE?

Per shape si intende la forma stessa della pipa che, nel caso del flake, va scelta con cura: le forme migliori per fumare questo particolare taglio di tabacco, come si legge dalla letteratura passata o recente sull'argomento, sono la dritta o la semicurva, diciamo un ottavo di bent, una curvatura minima e leggerissima di bocchino e cannello, alquanto fascinosa, a mio parere, o forse un quarto di bent, semicurva classica, più diffusa; il fornello deve essere giusto, non troppo capiente, per non lasciare eccessivi spazi vuoti, non troppo stretto, visto che il tabacco si espande nella combustione, e verrebbe soffocato. E il fornello deve essere preferibilmente cilindrico (se conico, infatti, insieme all'umidità fisiologica del flake, favorirebbe quello zoccolo duro ignifugo di metà fumata di cui dicevo sopra), mentre il migliore disegno della testa è la pot o la prince: Partendo infatti dall'assunto che il flake è una fumata lenta, a parità di capienza il tabacco fumato è certamente di più e si impiega più tempo: riducendo dunque la portata della pipa, ossia più che altro l'altezza del fornello, ma non troppo il diametro, si dovrebbe ottenere una discreta regolarità di fumata.

Questo è quello che insegnano i Maestri della pipa, fumatori di lunga esperienza e capaci di approfondimento teorico. Ora vi segnalo il mio punto di vista: io, per fumare i flake, adoro la billard, ossia una forma di pipa non coincidente con quelle descritte finora, perché ha un camino che comunque si sviluppa...in altezza. La billard è la forma classica per eccellenza, quella che secondo me permette di fumare bene ogni tipo di tabacco. Ha infatti un'altissima concentrazione di sapori, che l'evoluzione aromatica del flake sa convenientemente esaltare. Certo, può capitarmi di faticare un po' nella fumata, specie con i flake molto umidi, proprio perché vado incontro a tutti gli inconvenienti di scuola, ma resisto.

Aspetto i vostri pareri sulle fumate di flake!


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